L’importanza del corsivo!

Oggi parleremo del corsivo e della sua importanza sui banchi di scuola!

Nel ventunesimo secolo l’insegnamento del corsivo a scuola sta diventando più di un’eccezione alla regola.

Con i computer come forma primaria di scrittura, molti insegnanti pensano che l’insegnamento della scrittura in corsivo non sia necessaria e ritengono che il tempo sarebbe meglio speso, puntando sul miglioramento dell’utilizzo della tastiera.

Nonostante tutto, molti studenti e genitori credono che l’insegnamento della scrittura in corsivo sia ancora molto attinente e non dovrebbe essere congedato così rapidamente.

La scrittura in corsivo sta facendo il suo ritorno sui banchi di scuola in molti stati.

Da un paese all’altro il favore che incontra il corsivo è diverso.

Se in Francia è onnipresente e si insegna fin dall’asilo, a scuola in Messico si impara solo lo stampatello. Da noi viene di solito introdotto in prima elementare, ma con tempi diversi a seconda di scuole e insegnanti, e vengono esentati i bambini con certificazioni di disgrafia o di altri disturbi dell’apprendimento. Negli Stati Uniti, infine, dove nel 2009 era stato eliminato l’obbligo del corsivo per l’insegnamento a scuola, alcuni stati stanno tornando indietro e l’hanno di nuovo introdotto.

Leggendo su una conosciuta e attendibile pubblicazione, si scopre :

“Sull’utilità della scrittura a mano per lo sviluppo cognitivo non ci sono dubbi. Dal campo delle neuroscienze alla psicologia suggeriscono che l’uso della scrittura manuale abbia un valore in sé, diverso e indipendente dalla scrittura alla tastiera. Ci sarebbe una stretta relazione tra la mano che traccia i segni sulla carta e il cervello: si attiverebbero circuiti nervosi unici che nei bambini favorirebbero anche la lettura, la memorizzazione, la produzione delle parole. Secondo una ricerca, per esempio, gli alunni di 7, 9 e 11 anni che scrivevano a mano erano in grado di farlo più velocemente, utilizzando più parole e esprimendo più idee rispetto a quando lo facevano alla tastiera.”

Ma se questo è vero per la scrittura a mano in generale, le idee sono molto meno chiare riguardo a una presunta utilità del corsivo rispetto allo stampatello: c’è qualche vantaggio, di tipo cognitivo? Qualche utilità pratica, per esempio la velocità?

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Dal latino currere (che corre, che scorre) la scrittura in corsivo, che si impose nell’Italia del Rinascimento, è associata da sempre all’idea che consenta di risparmiare tempo nel vergare caratteri sulla carta.

All’età di 6/7/8 anni l’insegnamento del corsivo favorisce quindi abilità motorie e celebrali che rimarrebbero “spente”

Alcuni studi hanno osservato che lo scrivere in corsivo o in stampatello comporta l’attivazione di aree cerebrali diverse. E, curiosamente, dopo un incidente o un ictus c’è chi mantiene la capacità di scrivere in corsivo e non in stampatello, o viceversa.

Secondo uno studio recente, a partire da circa 9 anni, i bambini che scrivono in corsivo sembrano in grado di comporre testi più fluidi e migliori nell’ortografia, come se il fatto di legare le lettere nel tratto con la penna aiutasse anche la composizione delle parole e delle frasi.

Altre ricerche sostengono che il corsivo, che richiede una coordinazione tra l’occhio e la mano e lo sviluppo di capacità motorie fini e addirittura potrebbe essere d’aiuto agli alunni dislessici.

Inoltre quando il bambino crea  le lettere corsive di fatto sta preparando la scrittura, (in quanto memorizza “muscolarmente” la forma della lettera che sta toccando) e matura, contemporaneamente e gradualmente, la propria competenza per la lettura (perché vede la lettera, la riconosce e l’associa al suono).

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Quindi, il bambino che tocca le lettere corsive sta “lavorando” contemporaneamente sia per la lettura che per la scrittura. E non vi sembra uno spreco non permettere questo?

Invece, il bambino che tocca le lettere  in stampatello maiuscolo dovrà, in un secondo tempo, sforzare la mano per acquisire un segno tondeggiante, mentre avrebbe la possibilità di preparare la sua manina ad una bella grafia mentre tocca le lettere e … senza neanche accorgersene.

La scrittura corsiva richiede una maggiore abilità della scrittura al pc. Coinvolge i muscoli della mano in un maniera più ampia e attiva una parte del cervello che la scrittura al pc non coinvolge.

Non dimenticare in ogni caso l’utilizzo della tastiera, indispensabile nel futuro dei nostri figli e utile anche perché la scrittura con entrambe le mani è una sorta di allenamento per il cervello.

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Inoltre, quando agli studenti viene insegnata la propria lingua madre in una sola forma, imparano solo un metodo di memorizzazione, limitando le proprie capacità cerebrali.

Dovendo imparare bene anche il corsivo, gli studenti hanno un’altra opportunità di comprendere pienamente l’alfabeto. Arrivano ad una comprensione più “tonda” di come le lettere formano le parole.

Avendo dimestichezza con il corsivo garantirà agli studenti la capacità di firma su documenti legali, dove non può apparire stampata essendo una prova di identificazione riconosciuta dalla legge.

Scrivere in corsivo è sinonimo di personalità: molte lingue non hanno il corsivo e le persone sono “ingabbiate” nello stampatello; conoscere questo stile di grafia è importante perché è personale, ogni corsivo è diverso l’uno dall’altro, la sinuosità delle curve e la spigolosità dei trattini distingue le personalità.

Connette gli studenti all’amore per il passato, senza essere capaci di leggere  la scrittura corsiva, sarebbero esclusi da molte opportunità di leggere importanti documenti storici nella loro veste originale (e non sappiamo quali studi o percorsi seguiranno nella loro vita).

La cultura ha mille sfaccettature!

 

… pensate ad una lettera, ad un messaggio scritto di proprio pugno o ricevuto,  leggerlo in stampatello o stampato al pc non può avere lo stesso gusto… sono un’umanista e quindi per me “Evviva il corsivo”, senza escludere la conoscenza e l’utilizzo della testiera!

 

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