Le nuove principesse Disney

Ciao amici sono il bruco Carolina, oggi parliamo di principesse e nello specifico di Principesse Disney, la mia mamma dice che sono cambiate da quando era piccola lei, sono più toste, non più disperatamente alla ricerca del principe azzurro e anche multietniche…

La prima principessa Disney è stata Biancaneve, protagonista insieme ai sette nani del famoso film del 1937: fu il primo dei classici Disney.

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Il nome Biancaneve fu inventato dai fratelli Grimm per la protagonista della celebre favola “Biancaneve e i Sette Nani” ed il suo significato è “con la pelle bianca come la neve”. Biancaneve viveva in un bellissimo castello con suo padre, che rimasto vedovo decise di risposarsi con una bellissima, ma perfida donna, Grimilde. La nuova regina vestiva Biancaneve di stracci e le faceva fare i lavori più umili perchè voleva essere lei la più bella del reame. Un giorno però il suo specchio magico le disse che la più bella del regno era la sua figliastra. In preda all’invidia Grimilde prima cerca di far uccidere Biancaneve, poi si trasforma in una orribile vecchia e avvelena la ragazza con una mela. La principessa, assaggiato il frutto, cade in un sonno mortale, ma il bacio del Principe Azzurro spezzarà il malvagio incantesimo.

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L’ultima arrivata tra le principesse è Vaiana, (in primis Moana, poi il nome è stato cambiato per ovvie ragioni…) un fiore tra i capelli e una collana di conchiglie, protagonista di Oceania il 56esimo classico Disney, è una principessa di 16 anni che vive nel Pacifico meridionale e porterà gli spettatori alla scoperta dei paradisi polinesiani.

Tra la prima e l’attuale ultima principessa Disney ce ne sono state parecchie altre…

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Cenerentola, è la forma italiana del nome Cinderella, che deriva dal francese Cendrillon e che significa “fanciulla delle ceneri, fanciulla tra le ceneri”. Cenerentola, una ragazza molto bella e altruista, viveva con il padre, nobile signore rimasto vedovo, che si risposa con una donna austera. Poco dopo però anche il padre muore e la fanciulla rimane con la matrigna e le sorellastre. Cenerentola deve lavorare tutto il giorno e non può avere amicizie, ma cresce comunque felice e spensierata grazie all’affetto dei piccoli animali che popolano la casa. Il giorno del gran ballo, voluto dal re per trovare moglie al giovane figlio, la ragazza viene lasciata a casa, ma appare la fata Smemorina che trasforma una zucca in carrozza ed i suoi brutti abiti in un bellissimo vestito degno di una principessa. Il giovane principe rimane subito abbagliato dalla bellezza di Cenerentola, ma allo scoccare della mezzanotte la fanciulla corre via perchè la magia sta scomparendo. Il principe riuscirà a ritrovare la ragazza e potranno finalmente vivere felici e contenti.

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Aurora deriva dal sabino Ausel (nome di una divinità solare romana corrispondente alla dea greca Eos) ed ha il significato di “luminosa, splendente”. La principessa Aurora è la figlia tanto desiderata del Re Stefano e dalla sua regina che per la felicità invitano ogni persona del regno ad assistere al battesimo della piccina. Due fate buone omaggiano la bimba del dono della bellezza e del canto, mentre la fata cattiva Malefica le lancia una maledizione: Aurora all’età di 16 anni si pungerà con un fuso e morirà. Le fate buone vogliono proteggere la bambina e la portano in una casetta abbandonata nel bosco. Aurora cresce serena e proprio il giorno del suo sedicesimo compleanno incontra un misterioso ragazzo e se ne innamora. Tornata a casa scopre di essere una principessa. Fa ritorno al suo castello, ma Malefica riesce a farla pungere con il fuso. Grazie alla terza fata buona la fanciulla non muore, si addormenta soltanto in un sonno profondo. Sarà il principe Filippo, il misterioso ragazzo del bosco, a spezzerà l’incantesimo baciando Aurora.

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Il nome Ariel deriva dall’ebraico e significa “leone di Dio”. Nell’Antico Testamento è anche uno dei nomi della città di Gerusalemme. La sirenetta Ariel dai capelli rosso vivo è la più giovane delle sette figlie di Re Tritone. Ha una grande passione per il mondo degli umani e vorrebbe poter vivere sulla terraferma. Un giorno decide quindi di recarsi in superficie mentre un giovane ragazzo sta annegando. Ariel salva il principe Eric e se ne innamora. Anche lui ricambia l’amore per la fanciulla, ma ne ricorda soltanto la voce melodiosa. La sirenetta non si da pace e si rivolge alla strega del mare, Ursula. Entro tre giorni Ariel, privata della voce, deve riuscere a farsi baciare da Eric altrimenti sarà prigioniera per sempre della strega. Eric però uccide Ursula con il bompresso della nave e a scioglie tutti i suoi malefici. Tritone dona alla figlia un paio di gambe e finalmente Ariel può coronare il suo sogno d’amore con il principe Eric.

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Belle deriva dall’aggettivo latino bellus e significa “bella, graziosa”. La passione di Belle, la ragazza più bella del villaggio, è quella di leggere e poter vivere le avventure narrate nei suoi libri. È una ragazza molto coraggiosa, altruista e riesce a vedere oltre le apparenze. Un giorno la Bestia rapisce il padre di Belle, ma la giovane si offre prigioniera al suo posto. Col passare del tempo, Belle fa amicizia con i servitori del castello e riesce a tirare fuori il lato altruista del padrone di casa. Egli in realtà è un principe trasformato da una fata perchè troppo avaro ed arrogante. L’incantesimo si spezzerà solo il giorno in cui una ragazza gli dichiarerà il suo amore. La Bestia libera Belle e lei torna dal padre, ma nel frattempo alcuni uomini del villaggio decidono di uccidere il suo rapitore. Belle riesce ad arrivare al castello proprio mentre la Bestia sta per morire, ma la giovane gli confida il suo amore e lui si ritrasforma in principe.

La via alla multiculturalità della casa del Topolino è iniziata negli anni Novanta con Jasmine e Pocahontas. Ma le critiche sono sempre in agguato

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Jasmine, Il nome deriva dal persiano yasmin, usato per indicare una pianta dai fiori profumati da cui vengono estratti profumi ed essenze, ovvero il gelsomino. Jasmine è una ragazza dal carattere forte e indipendente ed è la bellissima figlia del sultano di Agrabah. Il padre deve far sposare Jasmine entro il suo successivo compleanno, ma la fanciulla respinge tutti i pretendenti. Non ama la vita di palazzo, la considera come una gabbia dorata, così decide di fuggire. Si avventura così al mercato ed incontra Aladdin. È subito amore tra i due, ma le guardie del palazzo imprigionano il giovane accusato del rapimento di Jasmine. Aladdin riesce a scappare grazie al Genio della lampada e si trasforma nel principe Alì Ababwa per chiedere la mano della principessa. Grazie al suo tappeto magico le farà girare il mondo. Il sultano, convinto dell’amore tra i due, modificherà la legge e Jasmine potrà finalmente sposare Aladdin.

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Il nome Pocahontas significa “giocosa”. Pocahontas è una principessa Algonquin, figlia del capo Powhatan. Vive la sua vita rispettando la natura e gli animali, ma non sa ancora quale sia la sua strada. Un giorno arriva una nave di inglesi in cerca di oro e la ragazza conosce John Smith. Malgrado i loro linguaggi siano differenti riescono a comunicare; Pocahontas gli parla della natura e lui di Londra. Gli Algonquin scoprono però la relazione segreta di Pocahontas e John, quindi decidono di ucciderlo, ma la ragazza interviene difendendolo con il suo stesso corpo. La principessa riuscirà inoltre ad impedire che la sua gente dichiari guerra agli inglesi. Riuscirà a dimostrare che l’amore è più forte dell’odio.

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Mulan deriva dal cinese Mu e Lan il cui significato dovrebbe essere “forte orchidea”. Mulan è molto forte, riflessiva ed agile, ma anche una persona molto dolce e sensibile. è una ragazza cinese che finge di essere un maschio per sostituire suo padre nella guerra contro gli Unni. Sotto il falso nome di Ping entra nell’esercito guidato dal capitano Li Shang. L’esercito cinese sta soccombendo, ma Mulan, anche se ferita, riesce a provocare una valanga che seppellisce gli Unni. Shang però scopre il segreto di Ping; dovrebbe condannarla a morte, ma il capitano dell’esercito la bandisce dal gruppo dei soldati e le risparmia la vita. Sarà poi Mulan stessa ad avvisandore dell’arrivo dei nemici. Fa travestire i suoi compagni da donne in modo che passino inosservati e, con un razzo pieno di fuochi di artificio, riesce a eliminare definitivamente gli Unni. In seguito Mulan sposerà il capitano Li Shang.

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Tiana è il diminutido di Tatiana, forma russa di Taziana, un nome di origine sabina il cui significato è “figlio di Tatius”. Tiana è una ragazza solare e intraprendente di etnia afroamericana. Già da bambina ama cucinare e sogna di diventare un bravo chef come suo padre ed aprire un ristorante a New Orleans. Partecipa alla festa del martedì grasso dell’amica Charlotte ed indossa un vestito da principessa. Proprio quest’abito farà credere al Principe Naveen, trasformato in rana dal malvagio Dottor Facilier, di baciare una vera principessa. Secondo l’incantesimo, dopo il bacio, il ranocchio dovrebbe ritrasformarsi in principe, ma è invece Tiana a diventare una rana. Tra di loro però nasce l’amore e decidono di sposarsi, anche se sono destinati a rimanere rane. Dopo la cerimonia i due si baciano e, in quel momento, ritornano umani. Alla fine il sogno di Tiana diventa realtà ed apre il ristorante “Tiana’s Palace” (la reggia di Tiana).

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Rapunzel è il nome inventato dai fratelli Grimm per il personaggio dell’omonima favola. Il nome deriva dalla pianta appartenente alla famiglia delle Campanulaceae, il raperonzolo. Tanto tempo fa cadde dal cielo una goccia di sole, dalla quale nacque un magico fiore dorato con incredibili poteri curativi. Se ne impadronì Madre Gothel, una donna malvagia ed egoista, che usava i poteri del fiore per rimanere una donna giovane e bella. Secoli dopo, in quei luoghi sorse un regno, la cui regina in dolce attesa si ammalò e fu curata con il fiore miracoloso sottratto alla strega. Ma Gothel è decisa a recuperare i poteri del fiore, ma capisce che la magia ora risiede nei capelli d’orati di Rapunzel. Quindi rapisce la neonata e fa crescere Rapunzel dentro un’altissima torre. 17 anni dopo, è diventata una ragazza bellissima, dolce e coraggiosa. Sarà grazie al giovane Flynn (il suo vero nome è Eugene) che Rapunzel inizierà a ricordare di essere una principessa e a sconfiggere Gothel.

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Il nome Merida deriva dal latino e significa “che ha raggiunto un posto d’onore”. La principessa Merida è un’adolescente caparbia ed impetuosa. Adora tirare con l’arco, usare la spada e correre con il suo cavallo nel regno del clan Dumbrok nella Scozia meridionale. Una sera Merida viene informata dalla madre che dovrà sposarsi scegliendo uno tra i tre figli dei capi dei clan che suo padre governa. La fanciulla è arrabbiata con la madre ed è decisa a vivere una vita libera e avventurosa. Si rivolge così alla vecchia strega che invece di liberarla dall’impegno libera un maleficio contro la mamma trasformandola in un’orsa. Dopo mille dissavventure Merida riscoprirà l’affetto che la lega ai genitori e grazie al suo coraggio riuscirà a spezzare l’incantesimo.

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Il cinquantatreeseimo lungometraggio d’animazione Disney è tratto liberamente dalla fiaba “La regina delle nevi” di Hans Christian Andersen. Racconta delle due principesse del regno di Arendelle, Elsa e Anna, unitissime da bambine, che vengono separate quando la prima, che possiede il potere di creare e manipolare neve e ghiaccio, sta inavvertitamente quasi per uccidere la sorellina durante un gioco. Si rivedranno solo alla maggiore età, per l’incoronazione di Elsa come regina, quando, a causa della sua emotività, costei trasformerà il caldo e soleggiato regno di Arendelle in un paese di ghiaccio, e poi scapperà a nascondersi lontano per non danneggiare ulteriormente l’amata sorella e i loro sudditi. Toccherà alla battagliera Anna ritrovare la sorella e rimettere a posto la situazione, con l’aiuto dell’intrepido Kristoff e della sua renna Sven, e soprattutto del simpatico Olaf, buffo pupazzo di neve.

Il maggior pregio della nuova pellicola Disney è l’aver “svecchiato” il ruolo delle principesse, che oggi non hanno più bisogno del principe azzurro, sono donne moderne, coraggiose e indipendenti. E anche il bel messaggio dell’amore vero e disinteressato che può spezzare un incantesimo e sistemare tutto è stavolta declinato diversamente, pian pianino siamo passati dal bacio d’amore all’atto di vero amore. Sono quasi tutte vere principesse – cioè figlie di re o mogli di principi – e  da qualche tempo sono cambiate: «Dopo decenni in cui Disney ci ha propinato giovani donzelle in pericolo, ora finalmente ha fatto una serie di film con forti personaggi femminili».

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Anche nelle serie Tv, c’è stata un’evoluzione nella categoria principesse, dalla tenera e caparbia Sofia alla latina Elena di Avalor con la chitarra flamenca in mano e il lungo abito di damasco rosso. Elena è la prima principessa latina che debutta in tv in una nuova serie che si propone di conquistare anche le adolescenti di origini ispaniche. E così è nata Elena, principessa latina che mescola volutamente elementi di diverse culture: l’architettura spagnola coloniale e la musica caraibica, la festa messicana del Dia de los Muertos e i ritmi portoricani, il folklore ma anche l’hip hop cileno. “Per noi la sfida è stata creare un regno da favola ispirato al mondo latino che sembrasse autentico ma che in realtà mettesse insieme paesi e tradizioni differenti. – ha detto il suo creatore Craig Gerber – Dando vita al personaggio di Elena per noi l’importante era essere inclusivi e non esclusivi”.  E così la giovane principessa, che vorrebbe regnare ma che tutti giudicano troppo giovane per diventare regina, come miglior amico ha un animale che è un incrocio tra un giaguaro e un pappagallo (animali del Sud America), nei capelli porta un fiore che cresce nel New Mexico e gode dei consigli di uno spirito guida, Zuzo, che si ispira alla tradizione maya. Per il momento la serie – tra i realizzatori la sceneggiatrice Silvia Cardenas Olivas, il compositore Tony Morales e il disegnatore dei personaggi David Cardenas, di origine latina – è stata bene accolta dalla comunità. D’altronde Gerber si è mosso con grande accortezza nel realizzare questa principessa dopo le polemiche sollevate tempo fa da un’altra sua creatura tv, Sofia la principessa. Alcuni gruppi latinoamericani avevano criticato il personaggio per i suoi occhi blu e la carnagione chiara, e Disney aveva dovuto fare marcia indietro definendola “una principessa di origine mista in un mondo di fantasia”.

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Adam Pulver (The Guardian) asserisce che anche solo un decennio fa sarebbe stato difficile ipotizzare che Disney sarebbe potuta essere portatrice di un «cambiamento sociale e femminista» di questo tipo; «era la casa cinematografica più conservatrice, con le sue favole fatte per insegnare a generazioni di ragazzine l’arte di fare le cose di casa, vestirsi bene e aspettare il Principe Azzurro».

Le protagoniste di  The Brave, Merida; di Frozen Elsa e Anna edelle serie Tv Sofia e ultima Elena di Avalor sono invece «ragazze e donne autonome per cui l’amore romantico non è l’obiettivo principale della vita, e nelle loro storie le azioni degli uomini sono state eliminate o comunque messe in secondo piano». Se prima i «motori tematici» delle storie erano i fidanzati, ora sono madri e sorelle.

E’ stato chiesto un parere sulla questione a Melissa Silverstein, fondatrice dell’associazione “Women and Hollywood” ,una delle più ascoltate esperte di cinema e questioni di genere. Silverstein in realtà è meno convinta di Pulver: ha spiegato che qualcosa è cambiato ma che intanto Disney continua a fare cose molto tradizionali. Per esempio Principesse Disney, un franchise che esiste dai primi anni Duemila e mette insieme alcune delle più famose e tradizionali principesse Disney per farci giochi, vestiti, accessori e serie tv. Le critiche – di Silverstein ma non solo – riguardano soprattutto il fatto che, vecchie o nuove che siano, le protagoniste di “Principesse Disney” finiscono per essere fossilizzate in uno stereotipo che spesso le porta anche più indietro rispetto agli eventuali progressi fatti dai loro personaggi nei film.

Anche le linguiste Carmen Fought e Caren Eisenhauer si stanno occupando delle principesse Disney, studiando quanto e come parlano nei film di cui sono protagoniste. La ricerca non è ancora conclusa ma alcuni mesi fa Fought e Eisenhauer hanno presentato i primi risultati, notando che nei primi tre film sulle principesse le donne parlano quanto o più degli uomini: in Biancaneve il rapporto è 50-50; in Cenerentola 60-40. In La bella addormentata, invece, i dialoghi femminili sono addirittura il 71 percento. Nei film usciti tra il 1989 e il 1999 – il cosiddetto “Rinascimento Disney” – succede il contrario: i personaggi maschili parlano per il 68 per cento della durata de La sirenetta, il 71 per cento in La bella e la bestia, il 90 per cento in Aladdin, il 76 per cento in Pocahontas e il 77 per cento in Mulan (dove la protagonista è stata contata come donna anche nelle scene in cui impersona un uomo).

È vero però che le battute di un personaggio non possono essere prese come unico parametro: Ariel, la protagonista di La Sirenetta, rimane muta per una parte del film. Valgono quindi forse di più pareri meno analitici e più soggettivi: il famoso critico cinematografico Roger Ebert scrisse che «Ariel è un personaggio femminile pienamente realizzato, che pensa e agisce in modo indipendente e quasi ribelle»; il New York Times la definì una «una tipa tosta e spericolata».

Proprio come non esiste un chiaro parametro oggettivo per giudicare se e quanto le principesse Disney sono cambiate, è difficile dire quando e perché ci sia stato un effettivo cambiamento. È evidente che i personaggi femminili di alcuni recenti film Disney – l’esempio migliore è Frozen, ma va benissimo anche l’Angelina Jolie di Maleficient – siano più dinamici, determinati e vivaci di quelli di anni fa. Decidono da sé cosa vogliono (non più solo che il Principe Azzurro s’innamori di loro), sanno cosa fare per ottenerlo e a volte ci riescono pure. Parte del merito sta forse anche nel fatto che stiano aumentando le donne nei team che progettano e realizzano i filmc Disney: Frozen è stato co-sceneggiato e co-diretto da Jennifer Lee e Maleficient è stato scritto da Linda Woolverton, la cui prima sceneggiatura è stata quella di La bella e la bestia. Proprio con una nuova versione di quel film potrebbe arrivare una nuova e consistente svolta per quanto riguarda le principesse Disney: nel nuovo film, che uscirà nel marzo 2017, la protagonista Belle è interpretata da Emma Watson, un’attrice che da anni si impegna contro le discriminazioni di genere e per il femminismo.

Il viaggio della casa di Topolino nella multiculturalità è iniziato ormai venticinque anni fa, tra passi falsi, polemiche e grandi successi, ma negli ultimi tempi si è intensificato a tal punto da lanciare, nello stesso anno, ben due protagoniste lontano dal modello “occhi azzurri e capelli biondi”. Il motivo è semplice: il pubblico Disney è vasto e multiculturale e gli spettatori dei cartoon sono i bambini di tutto il mondo. Basti pensare che Frozen è stato visto dal Ghana alla Cambogia: per questo ha incassato il suo miliardo e passa di dollari.

D’altronde ormai la Disney lo sa: quando si tocca il tema etnico la polemica è inevitabile. Fin dai tempi di Pocahontas, seconda eroina non bianca – dopo la Jasmine di Aladin – ad apparire in un cartoon della storica casa di produzione, quando arriva in sala una storia con protagonista etnica scoppia una controversia. Per la storia della nativa americana le critiche della comunità indigena si concentrarono sul fatto che della storia d’amore alla Giulietta e Romeo con il capitano John Smith (un colono che Pocahontas aveva salvato dall’esecuzione da parte della sua comunità) non esiste alcuna prova storica anche perché, ad onor dei cronisti che narrarono i fatti, Pocahontas era solo una ragazzina di dieci o dodici anni e il capitano Smith un uomo che al più poteva rappresentare per lei una figura paterna.

Pochi anni dopo, fu la Cina di Mulan a muovere le polemiche. Venne criticata una certa leggerezza con cui si confondevano tradizioni cinesi e tradizioni giapponesi e, ancora una volta, l’eccessiva romanticizzazione della storia troppo lontana, secondo i critici del Sol Levante, dalla leggenda dell’eroina Hau Mulan, travestita da uomo in un esercito di soli maschi. Persino la storia, decisamente americana, ambientata nella New Orleans degli anni Venti La principessa e il ranocchio non è stata immune da controversie. Tiana, la prima eroina Disney afroamericana, infatti aveva un fidanzato dalla pelle molto più chiara della sua, quel principe Naveen che dopo una vita da dongiovanni e lussi sfrenati viene trasformato in ranocchio e trascina in un vortice di avventure la cameriera che sogna di diventare ristoratrice. Perché un principe bianco per una (quasi) principessa nera, si era chiesta la comunità afroamericana? I registi del film ambientato a New Orleans erano Ron Clements e John Musker, gli stessi che firmano adesso Oceania, il nuovo film Disney. Chissà se per delineare la loro eroina i due autori avranno fatto tesoro della lezione di La principessa e il ranocchio? Intanto hanno scritturato anche il neozelandese Taika Waititi per cercare di evitare svarioni culturali; e hanno eliminato la storia d’amore mettendo al centro del film la ricerca di identità e la missione cui la protagonista è destinata: salvare la propria famiglia e il proprio popolo utilizzando le sue doti di navigazione per trovare un’isola magica. E così non ci sono principi azzurri con cui fare il confronto.

Eppure una polemica è scoppiata ugualmente; al centro non c’è la protagonista femminile ma il semidio Maui, che ha la voce dell’ex wrestler samoano Dwayne Johnson. Subito dopo aver visto come il semidio è stato rappresentato, la parlamentare laburista neozelandese Jenny Salesa ha postato sulla sua pagina Facebook un messaggio polemico in cui si lamentava del fatto che il personaggio fosse troppo grasso: “La maggior parte delle donne e degli uomini polinesiani degli ultimi due secoli non sono in sovrappeso – ha scritto sulla sua pagina – questo stereotipo negativo di Maui è inaccettabile”. Al di là della mole di questo personaggio, che nel primo teaser trailer non appare particolarmente brillante ma siamo sicuri saprà riscattarsi nel corso del film, l’attesa per Oceania è grande. Disney promette avventura, leggenda, mostri marini e musica polinesiana (la colonna sonora è affidata alla cantante samoana Opetaia Foa’i e al suo gruppo Te Vaka).

A guardare l’evoluzione del concetto di principessa targato Disney si può declinare la trasformazione culturale della figura femminile nella società occidentale. Se in origine, infatti, Biancaneve veniva “salvata” dal principe azzurro, Aurora aspettava il “bacio” per svegliarsi e Cenerentola indossava la scarpetta di cristallo per smettere di essere una sguattera, la mente dei creatori dei cartoon ha attraversato quasi un secolo di storia arrivando a creare Pacahontas, la principessa Navaho che dice addio al suo amore per non lasciare la sua terra, o Merida, la principessa guerriera di Ribelle per arrivare a Tiara, la prima principessa di colore della storia; per finire con Anna ed Elsa, le principesse di ghiaccio che rompono l’incantesimo di Frozen non grazie al famoso “bacio del vero amore”, ma solo per il calore che l’amore tra sorelle può trasmettere. Ora tocca a Vaiana e ad Elena a prendere in mano lo scettro, riusciranno le principesse  a conquistare il cuore dei piccoli fans di tutto il mondo? Noi crediamo di si!

Ricordatevi sempre che Principessa per prima cosa lo dovete essere dentro!!!

 

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